C'era una volta un cane che viveva tutto felice presso una
famiglia, lo trattavano bene, gli davano cibi ottimi, lo portavano
a spasso e lo coccolavano tutti. Il cane voleva tanto bene
ai suoi padroni, loro lo portavano dal parrucchiere per cani
e lui era tanto bello, ai concorsi di bellezza arrivava sempre
primo e i suoi padroni vinsero tanti trofei, coppe, medaglie,
diplomi.
Passarono alcuni anni e il cane invecchiò, perse il suo bell'aspetto;
i suoi padroni lo volevano abbandonare, si partì per la campagna,
una trentina di chilometri, arrivati scesero e stettero lì
per un po', al momento di partire lasciarono il cane a terra.
Il povero cane pensò: "mi hanno dimenticato" e corse dietro
la macchina finché poté, abbaiando per farsi sentire, ma la
perse e il cane preoccupato che i suoi padroni lo avessero
perso, piano piano prese a cercare la strada di casa e, cammina,
cammina, dopo due giorni di stenti, stanco e affamato, vide
di nuovo la sua casa, contento raccolse le forze e si fece
quei metri correndo felice, arrivò dietro la porta e si fece
sentire tutto felice, ma i suoi padroni non erano felici come
lui e lo scacciarono; lui scappò via ma appena richiusero
la porta tornò dietro ad essa a guaire senza capire perché
lo trattassero così e dopo averlo scacciato dieci, venti volte,
infine il suo padrone lo chiamò, lo rimise in macchina, prese
l'autostrada e, fatti tantissimi chilometri lo lasciò in un
posteggio senza fargli capire che voleva abbandonarlo un'altra
volta. Il povero cane cercò di nuovo la via di casa, sempre
pensando che fossero in pensiero con lui e, cammina cammina,
schivando continuamente le macchine e i camion che sembravano
volerlo travolgere a tutti i costi. Ma il povero cane si perse,
non trovò più la via del ritorno e vagò per giorni e giorni,
mangiando rifiuti o addirittura non mangiando, in quell'autostrada
finché una macchina lo investì e gli ruppe una gamba: il povero
cane, stanco e ferito, lasciò l'autostrada e vagò ancora per
giorni, per campagne, paesi, scacciato da tutti a legnate
e pietrate, ma non trovò più la via di casa, la sera si lasciava
cadere dov'era e si trascinava appena. Una di quelle sere
cadde in un fossato, cercò disperatamente di uscire, poi stanco
si lasciò cadere e si addormentò; la notte fu svegliato da
una pioggia gelida, cercò con tutte le sue forze di uscire
da quel fosso, ma le sue tre gambe scivolarono su quelle pareti
e più provava, più scivolava: il fosso si riempì di acqua
ed il povero cane, ormai era convinto di dover morire, chiuse
gli occhi.. Si risvegliò piano, sentì un tepore, una mano
lo accarezzava, stava sognando, si fanno bei sogni prima di
morire pensò: sentì una voce di bambina che chiamava, Papà
si muove si sta svegliando ,vieni. Ciao cagnolino..un'altra
mano lo accarezzò.. Aprì completamente gli occhi, era su un
divano, aveva la gamba ingessata , era pulito.. Aveva una
bella bambina bionda accanto, un uomo e una donna intorno..
Dunque non era un sogno, era confuso, felice, mosse la coda
sollevò la testa, cercò quella mano, la leccò.. Sai, continuò
la bambina, ti ho trovato quasi morto, ti abbiamo fatto le
flebo, il veterinario ha detto che puoi farcela! Sono felice
sei il mio cane ora. ci vorremmo bene lo so..
Nunzio Cocivera.
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