L'aneddoto che racconterò è stato vissuto
da me in prima persona (nergio)
A quei tempi vivevo in appartamento in periferia, con un
piccolo giardino. Avevo un pastore tedesco femmina di nome
Stella, mio grande amore di gioventù da cui ho appreso
l'amore per i cani; confesso che mentre sto scrivendo, il
suo ricordo mi commuove.
Considerando che viveva prevalentemente in casa, a turno,
in famiglia la portavamo fuori per sporcare nel vicolo a
fianco al condominio. Nello stesso vicolo, privo di traffico
veicolare, sul lato opposto c'era una villetta con una recinzione
a vista dove viveva un pastore belga maschio. Stella era
un cane equilibrato, viveva in simbiosi con me e la mia
famiglia, balia asciutta di mia figlia, nata quando lei
era già presente, rimaneva raramente da sola, infatti
era sempre con noi a costo di rinunce per non escluderla
dalla nostra vita. Il pastore belga vicino, non veniva mai
portato fuori, abbaiava a tutti i passanti e ai cani che
gli passavano accanto, era frustrato e scarsamente educato.
Regolarmente, ogni volta che uscivo con stella, eravamo
investiti dalle sue manifestazioni di intolleranza; sia
stella che io fingevamo di non sentire ed ognuno di noi
si occupava delle proprie faccende, a volte Stella tentava
di zittirlo ma lui si arrabbiava ancor di più con
rischio di svegliare tutto il vicinato, in questi casi la
controllavo e lei capiva. Era accaduto che a volte, stella,
per gioco corresse lungo la cancellata facendosi inseguire
fino alla fina della proprietà per poi tornare indietro
facendo la stessa cosa, il belga, dall'altra parte della
cancellata, la seguiva e sembrava volesse sbranarla, lei
dispettosa sembrava lo facesse apposta a farlo arrabbiare,
in fondo non era un'attaccabrighe, aveva molti amici cani
con caratteri diversi.
Un giorno, come al solito, stella ed io ci recammo nel vicolo
e questo era uno di quei giorni in cui stella aveva voglia
di far arrabbiare il suo amico belga, infatti diede il "la"
facendo il primo abbaio poi si mise a correre lungo la cancellata
facendosi rincorrere. Mentre assistevo alla scena, notai
allarmato che l'ultima parte della cancellata era stata
rimossa, forse per eseguire dei lavori. Mi misi a correre,
con il fiato in gola, certo che avrei dovuto separare due
belve ringhiose che finalmente potevano dare sfogo alle
loro aggressività represse. Mentre correvo pensavo
che si sarebbero azzannati all'ultimo sangue, ero pronto
a raccogliere i cocci di un conflitto rimasto inespresso
per anni da due nemici giurati che si odiavano. Stavo per
raggiungerli quando fui testimone di una evento incredibile.
Stella e il belga arrivarono nel punto in cui il recinto
era assente, si fermarono sbigottiti; non pensavano di trovarsi
veramente muso a muso, era giunto il giorno della verità,
avrebbero dovuto dar seguito alla loro rabbia, avrebbero
dovuto finalmente accanirsi l'uno contro l'altro, avrebbero
dovuto farsi a pezzi, avrebbero comunque dovuto fare qualcosa
di nuovo e di impreparato.
Nulla di tutto questo, forse increduli o forse no, rimasero
alcuni secondi a guardarsi senza muovere un muscolo poi,
senza accordi precisi, senza che nulla o nessuno dicesse
loro cosa fare, tornarono di corsa verso la cancellata integra
ad accanirsi l'un l'altro abbaiando come ossessi.
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