problema:
dopo la morte del padrone, un alano era rimasto chiuso nel
suo box e nessuno riusciva ad avvicinarsi, minacciava di mordere
tutti coloro che tentavano di entrare per nutrirlo, gli veniva
buttato del pane e altri alimenti oltre la rete
scenario:
ristorante fuori città, giardino molto grande, ben
recintato ed in sicurezza, con terreno agricolo intorno
cane:
alano maschio di circa cinque anni, frustrato e padrone
dipendente, chiuso in un box ampio e accogliente, protetto
dalle intemperie
famiglia:
moglie (vedova) con il personale del ristorante
errori in passato:
-
il cane conosceva bene solo una persona (il padrone defunto)
-
non era mai stato socializzato in quanto viveva in una
proprietà molto ampia
-
il box era dietro la costruzione e il cane non era in
grado di vedere l'ingresso della proprietà e neppure
l'ingresso dell'abitazione
-
veniva lasciato libero solo di notte allo scopo di fare
la guardia
-
a liberarlo alla sera e rinchiuderlo al mattino, provvedeva
sempre e solo il proprietario
-
i pasti venivano forniti solo dal proprietario in quanto
gli altri avevano paura ad avvicinarsi
-
il cane era molto vorace e mordeva se toccato mentre mangiava
reazioni
del cane:
-
il cane non conosceva nessuno perciò si sentiva
minacciato da tutti
-
essendo chiuso da tre settimane senza uscire era stressato
ed esasperato
-
il cane si era inselvatichito
-
mangiava ciò che gli veniva buttato solo se nessuno
lo osservava
Fui
chiamato per tentare di portarlo fuori dal box, per poterlo
accudire ed eventualmente curare. Era estate e faceva molto
caldo.
1^ fase:
-
provai ad avvicinarmi fino a raggiungere il box senza
guardarlo negli occhi: ringhiò e abbaiò
insistentemente
-
provai a passare a circa un metro dal box: ringhiò
e abbaiò quando fui ad una distanza di circa quattro
cinque metri per aumentare mentre mi avvicinavo, smettendo
solo quando, allontanandomi, fui a circa sei metri da
lui.
-
nel primo giorno, ripetei per una decina di volte, a distanza
di qualche minuto: gli abbai, anche se non continui, non
cessarono mai
-
continuai il giorno successivo, ogni volta che gli passavo
accanto, gli buttavo dei pezzi di pane oltre la rete:
gli abbai erano sempre presenti anche se gradatamente
in calo
-
continuai nei giorni successivi e, solo dopo quattro giorni
(cinque in totale), fui accettato dal cane senza essere
investito da manifestazioni aggressive
2^ fase:
-
mi sedetti a terra con la schiena appoggiata alla rete
del box: abbaiò e tentò di mordermi le spalle,
naturalmente la rete glielo impediva
-
spingeva con il muso con molta rabbia, esaltata dal fatto
che non riusciva a farmi allontanare
-
il primo giorno mi allontanai dopo pochi minuti per interrompere
le sue manifestazioni quasi isteriche
-
nei giorni successivi, sempre appoggiato alla rete, continuando
ad ignorarlo, sempre senza guardarlo negli occhi
-
a volte prendeva fiato ma, come muovevo un braccio o altro,
ricominciava con i suoi tentativi di mordere, sempre senza
riuscirci
-
evitando di farmi mordere le dita, passavo piccoli pezzi
di pane attraverso la rete, a volte li mangiava, a volte
no
-
per circa sette giorni consecutivi passai 15 - 20 minuti
appoggiato alla rete del box, arrivai a fare le parole
crociate per distrarmi
-
una sera, appena mi vide, anzichè ringhiare fece
uno strano mugolio
-
mi appoggiai come sempre alla rete: nessuna reazione
-
gli diedi un pezzo di pane, lo mangiò immediatamente
e così per i tre o quattro successivi
-
restava alle mie spalle senza emettere nessun suono
-
rimasi immobile e finsi di fare le parole crociate
-
passarono alcuni momenti, che mi sembrarono una eternità,
senza che accadesse nulla
-
non lo vedevo e non capivo cosa stesse facendo e, nello
stesso tempo, non volevo voltarmi per non rovinare quel
magnifico momento
-
con estremo stupore sentii che si accucciava molto lentamente
e stava appoggiando la sua schiena contro la mia
-
sentivo il suo peso, voleva il contatto e lo cercava con
tutto il suo corpo
-
mi stava dimostrando la sua fiducia, finalmente era tranquillo
e poteva riposarsi accanto ad un umano che non si dimostrava
ostile
-
credo sia stato uno dei momenti più emozionanti
della mia vita
-
restammo in quella posizione per parecchi minuti, entrambi
immobili per evitare di rompere l'idillio
-
quando mi alzai, lo fece anche lui, finalmente potevo
guardarlo negli occhi
-
aveva due occhi grandi che mi chiedevano aiuto, sembrava
volesse esprimere tutto il dolore che aveva dentro
-
mi guardava come si guarda un amico di cui ci si può
fidare e di cui si ha bisogno
-
era provato e magro ma si capiva che provava una temporanea
felicità
3^ fase:
-
dopo qualche giorno e sempre con cautela potevo nutrirlo
attraverso la rete
-
mi salutava quando arrivavo e tentava qualche gioco, che
naturalmente favorivo
-
dopo circa un mese, riuscii a farlo uscire dal box senza
problemi, anche se onestamente, mi tremavano le gambe
ed ero pieno di dubbi
-
nei giorni successivi, tenendolo sempre chiuso per sicurezza
e accompagnato dalla signora, alla quale non abbaiava
più, cercammo di socializzarlo, facendogli vedere
altra gente in giardino
-
nei mesi successivi la signora si trasferì in campagna
lasciando il ristorante
Ricordo
che non volli nulla in cambio, il mio più grande compenso
fu di aver salvato un cane e, nello stesso magico momento,
di aver trovato un grande amico.
Ciao cane!!
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