Molti
cani soffrono l'isolamento o l'allontanamento temporaneo dal
padrone quando vengono chiusi in ambiente in cui non possono
stare in sua compagnia. Le situazioni possono verificarsi quando
il cane viene chiuso in giardino e quindi separato dall'abitazione
oppure anche solo chiuso in una stanza dell'appartamento. Se
stiamo parlando di un cucciolo adottato da poco, il suo comportamento
è dovuto alle
condizioni di vita precedenti dove, probabilmente, passava le
giornate o la notte in compagnia dei fratelli, della mamma o
soltanto di qualche adulto che lo faceva comunque sentire al
sicuro. Se invece il soggetto è un cane adulto, le cause
vanno ricercate nel rapporto sociale instaurato con la famiglia
o,in particolare, con la persona che lo accudisce. L'attaccamento
al padrone, può derivare da molte ragioni ma essenzialmente
si possono sintetizzare in due: 1) il cane inibito è
angosciato per l'assenza del dominante che lo protegge 2) il
cane dominante ha paura che possa accadere qualcosa al suo protetto.
Indipendentemente dalle ragioni che lo innescano, lo stress
da solitudine o
abbandono, è una condizione che il cane non riesce a
controllare e viene quindi colto da una forma di angoscia che
lo fa soffrire fisicamente. In molti casi, il cane separato,
anche solo temporaneamente dal padrone, cerca di raggiungerlo
in tutti i modi; tentando di abbattere le barriere che lo separano
oppure solo abbaiando o guaendo al fine di ottenere attenzione.
Interventi
base:
- avviare
un ciclo di educazione
di base
- sottomettere
il cane dominante
al fine di stabilire chi deve condurre il gruppo
- rassicurare
il cane inibito
per renderlo più indipendente dal padrone
Interventi
specifici:
- metti
in sicurezza la porta che vi separa al fine di evitare che
la possa aprire o rovinare raspando.
-
quando piange fingi di non sentirlo
-
se la barriera è trasparente evita di guardarlo
- se
ti può sentire evita di parlargli
- non
devi avere nessun rapporto con lui, devi essere totalmente
distaccato e intervenire solo se esiste il rischio che possa
ferirsi
- in
uno di quei momenti in cui si zittisce per prendere fiato
o per mettersi in ascolto, esci con molta irruenza fingendo
di colpirlo (senza assolutamente fargli male, mi raccomando),
lo scopo di infastidirlo e di indurlo a stare lontano dalla
porta.
- non
guardarlo assolutamente e non parlargli deve pensare che
non stai uscendo per lui ma per i fatti tuoi
- lascia
la porta aperta e prosegui nel suo ambiente (giardino o
stanza)
- se
non ti segue, significa che non cerca la tua compagnia
ma è interessato a qualcosa da cui era separato; cerca
di capire cosa e poi prendi provvedimenti.
- se
ti segue, continua ad ignorarlo
-
fingi di occuparti di faccende che non lo vedono coinvolto
-
continua ad ignorarlo e, dopo qualche minuto, esci dal suo
ambiente
- nell'uscire,
tienilo dalla parte cieca della porta per evitare che possa
anticiparti ed entrare prima di te
- se
dovesse riuscire a seguirti, attraversa di nuovo la
porta ritornando sui tuoi passi e, sempre senza parlare
o guardarlo, riprendi a simulare una qualsiasi occupazione
fina a quando non ti raggiungerà
- se
non dovesse raggiungerti e fosse necessario, puoi scendere
a compromessi e avviare una pratica
dell'allegria per farti seguire
-
chiudi la porta alle spalle , senza voltarti, deve sembrare
una situazione del tutto normale
- naturalmente
piangerà di nuovo perciò, dopo un certo tempo, dovrai
ripetere la sceneggiata
- in
parole povere lo lasci piangere o raspare, al momento opportuno
lo raggiungi per poi lasciarlo di nuovo solo
- lo
scopo è di indurlo capire che, fino a quando si lamenterà,
nessuno andrà da lui. Quando qualcuno lo farà,
non avrà tempo da dedicargli ma, in tutti i casi,
può stare tranquillo in quanto il dominante che dovrebbe
proteggerlo non è lontano
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