Ciao Nergio,
purtroppo ti ho scoperto solo oggi, che Benito non c'è più
da due giorni.
Benito era un cucciolotto che, il giorno che mi sono trasferito
a casa nuova con Serena (29-03-2008), la mia fidanzata, ha
deciso di venire con noi. Io pensavo fosse uno dei randagetti
del quartiere, mentre nel quartiere pensavano che l'avessi
portato io! Da subito si è avvicinato ed è stato affettuoso.
Noi non abbiamo mai avuto animali, quindi abbiamo avuto molte
difficoltà, ma lui ci ha aiutato molto. Rimaneva fuori a dormire
sul portico, dove mettevamo una copertina, tanto a marzo era
già primavera. Crediamo che sia stato abbandonato, per diversi
motivi: 1) paura delle scatole 2) appena visto il guinzaglio,
ha chinato la testa per farselo mettere 3) Rincorreva le auto
abbaiando alle ruote e infilandoci quasi la testa sotto (questo
sarà il suo punto fatale!) 4) Nella mia auto è salito da subito,
senza problemi.
Un giorno ho visto che si stava gonfiando in gola ma non ho
dato peso alla cosa pensando che fosse come per gli uomini
(a me succede spesso che delle ghiandole si infiammino). Siamo
arrivati al punto che l'ascesso gli è esploso e abbiamo chiamato
il veterinario, che lo ha dovuto esplorare nella ferita con
uno strumento, senza anestesia. Il veterinario mi chiese di
tenerlo stretto, ma io sentendolo guaire mi misi a piangere.
Allora Benito si mise lui a far coraggio a me, stringendo
i denti e respirando profondamente, ma senza lamentarsi per
il dolore. Mi dava i baci! Il veterinario mi ha spiegato che
Benito aveva un paio di anni... me lo aspettavo più vecchio.
Dopo l'intervento, è rimasto un paio di giorni spaurito, si
nascondeva sotto un canale dell'acqua piovana, lo stesso che
utilizzò dopo la prima zuffa con altri cani. Poi è diventato
più ubbidiente e accorto, certe cose non le faceva più. Non
lo abbiamo mai legato o rinchiuso perché pensavamo che avrebbe
sofferto (ah, avessi trovato prima il tuo sito!).
Quest'estate è stato dalla vicina di casa i 5 giorni che siamo
mancati, ma è stato felice e giocherellone come sempre, assieme
a Chicca, la sua fidanzata. Poi Chicca ha partorito, ma non
sono sicuro che i figli siano di Benito, perchè sono diversi
sia da lei che da lui..... sapessi che sono di Benito, me
ne terrei uno. Lui, quando gli capitava un cucciolo tra le
zampette, scappava.
Benito era davvero un amico, pensa che quando facevo qualche
lavoretto alla caldaia o al pozzo, per esempio, rimaneva a
guardarmi con la bocca spalancata, seguendo con lo sguardo
quel che facevo. Gli piaceva come un matto farsi grattare
la pancia! Odiava le campane della chiesa dietro casa: quando
suonavano, piangeva come un matto! Poi con il tempo il pianto
si è trasformato in ululato.
La notte ha sempre fatto il pazzo, abbaiando ai cani randagi
della zona, quindi da un paio di settimane lo stavamo abituando
a stare dentro casa, allungando man mano la permanenza (sotto
la nostra sorveglianza) per arrivare a farlo stare senza uscire
dalla sera alla mattina. Lunedì scorso non voleva uscire,
lo ho accompagnato fuori, lui ha sbuffato e si è allungato
sul suo tappetino, accanto al portone di casa, mi sono girato,
sono entrato, ho chiuso a chiave, mi sono seduto sul divano
e..... era di nuovo dentro! Era entrato come un gatto alle
mie spalle mentre chiudevo la porta, senza fare neanche il
rumore delle unghiette.
Io gli volevo davvero bene!
Martedì sono tornato dal lavoro alle 18:30, come al solito
e lui non è venuto. Ho cominciato a fischiare per chiamarlo,
pensando che fosse a casa di Chicca. E' uscita la vicina che
mi ha detto che lo avevano investito... forse correva accanto
ad un'automobile. Noi per fargli perdere l'abitudine lo sgridavamo,
a volte gli davo una piccola sculacciata col giornale (assolutamente
indolore). Lui capiva che non doveva farlo, perché quando
tornava da una rincorsa, tornava timoroso, con le orecchiette
basse e gli occhi tristi, ma forse era più forte di lui l'istinto
di farlo. La vicina lo ha raccolto e lo ha tenuto fino a quando
non è tornata Serena. Adesso la notte ci alziamo alle 4, all'ora
che lui faceva caciara e ci svegliava, e ci mettiamo a piangere.
Ci manca molto. Ma non piango per "egoismo", perché mi manca
e quindi mi sento solo: piango perché non se lo meritava,
il nostro cucciolotto. E forse, se avessimo letto prima i
tuoi consigli, non sarebbe successa la cosa.
Adesso non sappiamo se prendere uno di quei cuccioli o meno.
Forse è troppo presto, ma se fossero di Benito sarebbe bello
averne uno.
Ciao Nergio.
Alessandro F.
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