L'atto di accettare
e quindi di eseguire un ordine o gli ordini impartiti da chi
detiene l'autorità riconosciuta dal gruppo sociale.
In natura, l'ubbidienza da parte del cane, è riconosciuta
al capo branco in quanto meritata e mai dovuta a priori, lo
dimostra il fatto che l'autorità sul gruppo viene conquistata
sul campo e poi difesa dai soggetti che la mettono in discussione
quotidianamente.
Il cane trovandosi in posizione di inferiorità rispetto
all'uomo, ubbidisce più o meno prontamente stimolato
da motivazioni diverse:
Per imposizione: il cane si sottomette al padrone perchè
teme la sua ira e la sua violenza, fisica o morale. Esegue gli
ordini malvolentieri come risposta di difesa passiva e reprime
la sua volontà di ribellione solo perchè si rende
conto di essere l'elemento più debole. E' la situazione
tipica dei cani che, come reazione ad un sopruso, fuggono o
alla peggio si rivoltano per esasperazione. E' da considerarsi
la forma peggiore.
Per inibizione: il cane, in quanto inibito, accetta l'autorità
senza discussioni ed indipendentemente dai meriti o dalle qualità
del padrone. Esegue gli ordini di tutti gli umani in modo approssimato
con la coda fra le gambe, a volte persino strisciando. Soffre
le richieste del padrone al di la dalle sue intenzioni e dal
tono di voce.
Per convenienza: il cane, al fine di raggiungere uno
scopo (premio), accetta la supremazia del padrone come mezzo
per ottenere un profitto. Risponde agli ordini in modo preciso
come un soldatino dimostrando gioia durante la loro esecuzione.
Dimostra partecipazione nei momenti di bisogno, rifiutando l'autorità
del padrone quando questi non è necessario al suo benessere.
Per praticità: il cane accetta di buon grado l'autorità
del padrone in quanto riconosce in lui la figura protettiva
del capo branco. Esegue gli ordini diligentemente perchè
così facendo risponde degnamente al suo ruolo, contribuendo
a mantenere saldo l'equilibrio sociale del gruppo. E' la
forma migliore dove padrone e cane si intendono rispettandosi
a vicenda.
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