A molti cani, che
vivono in appartamento, è concesso di salire su divani
e poltrone, un po' per tolleranza ed un po' perché vengono
considerati, giustamente, come componenti della famiglia a pieno
titolo. Personalmente al mio cane è concesso di salire
sul divano di casa e molto spesso lo condividiamo ma, quando
gli chiedo di scendere lo fa volentieri e senza discutere, capisce
che, se glielo chiesto era per una buona ragione.
Purtroppo però non sempre le cose vanno come si pensava
in principio, quando il nostro amico era un cucciolo amorevole
e bisognoso d'affetto; alcuni soggetti, particolarmente dominanti
e territoriali, prendono possesso dei divani e delle poltrone,
impedendo ai padroni di utilizzarli in piena libertà.
Per risolvere il problema, non è necessario entrare in
conflitto con il cane magari lottando furiosamente, non si farebbe
altro che giustificare e avvalorare la sua difesa del territorio;
allo
scopo di mantenere saldo l'equilibrio sociale del branco, dobbiamo
attuare dei comportamenti che portino il cane a fare una nuova
scelta, senza per forza sottoporlo a proibizioni incoerenti.
Se
abitualmente, quando è solo in casa sale sul divano,
dovrai inibirgli l'intera stanza fornendogli un giaciglio comodo
altrove. Meno si sente proprietario dei divani e delle poltrone
e meno traumatica sarà la sua rinuncia.
un
esercizio:
- leva
dal divano ogni riferimento ad una sua eventuale tana
- ricopri
il divano con una coperta, oppure con uno di quei copritutto,
che occupi sia la seduta che lo schienale.
- prepara
un giaciglio confortevole e conosciuto ai piedi del divano
- sistemaci
qualcosa di suo, esempio una copertina conosciuta, un giochino
o il suo osso
- lascialo
salire sul divano come al solito
- non
guardarlo e non parlargli, deve avere l'impressione che
tutto sia come al solito
-
lascia che si sistemi per benino ed eventualmente appisolare
- le
operazioni successive andrebbero fatte in due
- sistematevi
ai lati del divano e fingete di rassettarlo
- continuate
a non parlare e a non guardarlo, la vostra presenza deve
essere naturale e scontata
- prendete
in mano due lembi della coperta dalla parte dello schienale
-
tirate in avanti la coperta facendolo cadere giù
dal divano, attenti a non esagerare, non dovete fargli
male, dovete solo causargli un disagio
- per
un attimo resterà sorpreso e confuso
- approfittando
di questo suo momentaneo disorientamento, dovrete rapidamente
sistemarvi sul divano occupandolo totalmente
- tenendo
sempre i lembi copritevi con la coperta
- durante
questa operazione dovrete sempre ignorarlo e, se vi viene
da ridere, fate pure, vi aiuterà ad essere più
naturali, non
guardatelo
- se
siete stati bravi e siete sembrati del tutto naturali, è
probabile che il cane associ ciò che è accaduto
alla coperta e non a voi
- se
il cane se ne va deluso, avete trovato il modo per risolvere
il problema
- se
il cane tenta di risalire cercate distrattamente e disinvoltamente
di contrastarlo. Il cane se non viene toccato e se non lo
guardate negli occhi, non vi renderà responsabili
di ciò che gli sta accadendo
- se
dovesse riuscire a salire, lasciatelo accomodare sulla coperta
- quando
è rilassato e non teme più nulla, tirate nuovamente
i lembi della coperta facendolo di nuovo cadere e, subito
dopo, ricopritevi continuando ad essere naturali
- il
cane non è in grado di capire che siete stati voi
a farlo cadere, crederà che la causa del suo disagio
sia la coperta
- nel
caso avesse delle reazioni aggressive, rimanete perfettamente
immobili evitando di eccitarlo ulteriormente (capita di
rado)
- dovrete
ripetere tutte le sere fino a quando per scelta non salirà
più oppure appena vi vedrà si allontanerà
di sua iniziativa
- durante
le ripetizioni, nel momento in cui lo fai scendere, puoi
pronunciare la parola GIU' in modo invitante; è probabile
che, al suo ripetersi, assocerà il comando ad un
disagio, scendendo di sua iniziativa
Il
cane, per carattere, rifiuta e contrasta tutte le imposizioni
o le privazioni; se saprai indurlo a fare una scelta, per convenienza
o per comodità, il suo comportamento futuro potrà
renderlo felice nella convinzione di non aver ceduto a nessun
sopruso.
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